Intervista a Vincenzo Roggio, Head of Distribution di DAZN
(a cura di Christian Cinetto)
La sera del 21 Settembre 2019, è una di quelle sere che ogni tifoso di calcio conosce alla perfezione nei colori più saturi del solito, negli eco delle radio, negli sfottò della mattina: è il primo derby della stagione tra Inter e Milan. Questa volta, però, c’è qualcosa di diverso. Per la prima volta, il derby viene trasmesso esclusivamente in streaming, un test cruciale per DAZN e per Vincenzo Roggio, attuale head of distribution della piattaforma.
“Ricordo che stavo davanti alla TV con il computer sulle gambe, con un occhio alla partita e l’altro alle statistiche, controllando ogni dettaglio,” racconta. “Era un momento storico, ed è andato bene, sia per l’azienda che per me, tifoso interista.”
Anno dopo anno lo streaming video via Internet si evolve tecnologicamente con grande rapidità. Vincenzo Roggio rappresenta una delle figure chiave di DAZN, la piattaforma che ha rivoluzionato il modo in cui milioni di persone accedono agli eventi sportivi in oltre 200 Paesi nel mondo e, dal 2018, la fruizione del calcio in Italia. Quella che segue è la nostra chiacchierata.
Partiamo dalle basi: chi è Vincenzo Roggio e come è arrivato a DAZN?
Ho iniziato a lavorare nel mondo dello streaming quasi per caso, quando ero ancora studente. Ho mandato il curriculum a Sky e da lì è cominciato tutto. Mi sono innamorato dello streaming e non l’ho più lasciato. Dopo Sky, sono passato a Limelight e nel 2018 sono approdato a DAZN, proprio durante il lancio del servizio in Italia. DAZN era allora presente solo in Giappone, Canada e Germania. In sei anni siamo diventati una piattaforma globale, presente in oltre 200 territori.
Lo streaming è spesso percepito come qualcosa di scontato, un po’ come l’acqua che esce dal rubinetto di casa, ma sappiamo che perché funzioni c’è una complessità enorme dietro. Quali sono le sfide principali che affrontate?
Una delle sfide più grandi è legata alla percezione degli utenti. In inglese si dice “if it ain’t broke, don’t fix it”, le persone faticano a cambiare abitudini, richiede tempo. Nella TV tradizionale, se il segnale non arriva, si pensa a un problema dell’antenna. Con lo streaming, invece, gli utenti danno sempre la colpa al content provider. L’over the top coinvolge molte parti della catena, come ISP, Internet exchange point e operatori CDN. Collaboriamo con tutti e tre questi attori, lavoriamo con un mix di infrastruttura propria e CDN globali per garantire la distribuzione dei contenuti in modo efficiente e resiliente. Il cambiamento ha portato a considerare normale poter vedere una partita di calcio dal treno o rivedere gli highlights che mi sono scaricato e usufruirne anche in assenza di segnale.
La tecnologia cambia e con essa le aspettative degli utenti. Come si è evoluta la qualità del servizio negli anni? È cresciuta tutta la filiera o è cresciuta DAZN?
Allora, non voglio dire che sia tutto merito di DAZN, ma il servizio è migliorato, migliora veramente di settimana in settimana. DAZN ha investito tantissimo nell’infrastruttura e l’Italia è un caso che ha fatto scuola. Fondamentalmente siamo un’azienda che lavora sui dati, vede quali sono le performance, vede quali possono essere le aree di miglioramento e migliora. Tutto questo si fa in partnership con gli ISP, con gli Internet Exchange e con gli operatori CDN, è un lavoro di gruppo dove devi lavorare per forza insieme. Uno non può garantire il servizio senza l’altro. Oggi i nostri contenuti sono tutti in full HD e abbiamo un reparto di R&D che sta testando varie tecnologie come HDR, l’HEVC, il 4K. La latenza rispetto alla TV tradizionale è una sfida costante, ma testiamo con continuità soluzioni innovative. Questi progressi richiedono sempre un equilibrio tra qualità percepita e stabilità del servizio.
Mi dicevi che collaborate con gli Internet Service Provider, un po’ amore e odio immagino
Al momento posso dire che c’è una grossa collaborazione. Noi dal punto di vista degli investimenti abbiamo dato tanto agli ISP, è noto per esempio che abbiamo distribuito le cache e continuiamo ad aumentare il numero di quelle distribuite in Italia. Abbiamo seguito le richieste degli ISP per fare in modo che il traffico girasse all’interno dell’ISP senza uscire attraverso i transiti. Poi settimanalmente parliamo con gli ISP, condividiamo quali sono le nostre previsioni di traffico, come pensiamo di allocarlo, come verrà dirottato il traffico, in quali zone e poi forniamo i dati dal punto di vista delle performance.
Interessante, ovviamente non parleremo del cosiddetto fair share. Da quello che mi racconti, DAZN ha sia infrastruttura propria sia si appoggia a servizi CDN di terze parti.
Non puoi fare tutto attraverso la tua infrastruttura. Dal punto di vista tecnologico non serve tararsi per il picco massimo. Noi dobbiamo avere una distribuzione globale, è molto difficile avere dei server in ogni paese, in più di 200 territori. Quindi quello che noi facciamo è un mix tra cache private e global CDN. E poi non dimentichiamoci, come dicono in Inghilterra, che non puoi mettere tutte le uova in un solo paniere, c’è la parte di ridondanza e resiliency che ci porta sempre ad avere le global CDN attive. Quando accade un’anomalia alla nostra rete, automaticamente il nostro player è capace di spostarsi su una global CDN senza effetto sulle performance percepite dall’utente.
Parlando di infrastruttura, abbiamo approfondito gli ISP e le CDN. Qual è il ruolo degli Internet Exchange Point (IXP) per DAZN?
Gli IXP sono fondamentali per ottimizzare il traffico. Pur non avendo cache proprie all’interno degli IXP, collaboriamo con i provider per garantire capacità sufficienti. Un nostro provider è presente al Namex e a Mix. Non escludiamo la possibilità di aggiungere cache anche nei maggiori IXP in futuro.
Come funziona in DAZN the day after, cioè la mattina successiva a un evento importante?
Abbiamo un modello di forecast per quanti utenti saranno connessi durante la partita. Il modello ci porta a fare tutte le configurazioni di distribuzione dei contenuti. Devo dire che ormai siamo molto ben tarati, le previsioni non sono perfette, ma siamo ben oltre il 95% di aderenza. Come tutti i modelli, anche il nostro chiede una storia. Facciamo la serie A ormai da sette anni, è un modello ben rodato e i numeri sono molto precisi. I dati vengono condivisi con gli ISP e vengono fatte le dovute configurazioni di CDN, distribuzione e tutto. Il tipo di distribuzione cambia da partita a partita. Come dicevo, cerchiamo di prioritizzare le nostre cache. Nel post event review si guardano i dati dal punto di vista dell’audience per ridarli in pasto al modello, così il modello diventa sempre migliore. Nello stesso momento si vanno a guardare le performance della quality of experience. Tu vai lì, guardi, analizzi i dati, sai che per la settimana dopo devi fare qualcosa di diverso. E questa è la sensazione che il servizio è migliorato, è una realtà che noi possiamo vedere dai dati, è misurabile, non è una semplice affermazione quando diciamo che la qualità è migliorata.
Ci racconti un evento che ti è rimasto impresso?
Il mio primo derby resta il ricordo più forte, ma c’è un aneddoto divertente. Durante il Covid lo sport non giocava e la nostra piattaforma scarseggiava di contenuti live. In qualche modo abbiamo cercato di riempire con contenuti o in aggiunta a quelli che già avevamo. In Giappone abbiamo distribuito tutti gli episodi di Holly e Benji, me li sono riguardati tutti e ho scoperto che nessuno li conosceva in UK.
In Italia il Piracy Shield è stato per diverse settimane al centro della cronaca nazionale. Siamo tutti concordi che la pirateria è un problema, ma molto dibattuto. Come lo affrontate in DAZN?
La lotta alla pirateria è una cosa stra-importante. E non è solo il Piracy Shield. Sfatiamo il mito dell’Italia come unico paese affetto da pirateria. Posso dirti, facendo il mio lavoro, che è un fenomeno non solo italiano, ma globale. Collaboriamo con le autorità per bloccare i contenuti illegali e utilizziamo tecnologie avanzate per prevenire il download non autorizzato. Combattere la pirateria richiede un approccio collettivo da parte di tutta l’industria. Inoltre, stiamo sperimentando l’uso dell’intelligenza artificiale per identificare comportamenti sospetti e ottimizzare le nostre strategie di contrasto.
Guardando avanti, come vedi il futuro dello streaming?
L’intelligenza artificiale e il machine learning sono le prossime grandi frontiere. Queste tecnologie ci aiuteranno a ottimizzare la distribuzione dei contenuti e a identificare pattern utili per migliorare l’esperienza utente. DAZN continuerà a innovare per offrire un servizio sempre migliore. La personalizzazione sarà al centro dell’esperienza streaming. Immagino un futuro in cui ogni utente potrà accedere a contenuti curati su misura, con interattività sempre più avanzata. Lo streaming non sarà solo un modo per guardare una partita, ma un vero e proprio ecosistema di esperienze.