Riflessioni sull’agenda regolamentare europea della nuova Commissione

— Di Innocenzo Genna, Giurista specializzato in politiche e regolamentazioni europee per il digitale, la concorrenza e le liberalizzazioni

Per la regolamentazione digitale europea siamo all’inizio non solo di un nuovo anno, ma di un nuovo mandato quinquennale della Commissione europea, entrata in funzione alla fine del 2024 con cambiamenti non secondari, a cominciare dall’avvicendamento dei commissari Vestager (concorrenza) e Breton (digitale), sostituiti rispettivamente dalla spagnola Ribera e dalla finlandese Virkkunen.  È lecito quindi domandarsi cosa ci si puó aspettare da una istituzione cosí profondamente rinnovata per quanto riguarda le posizioni di spicco nelle aree della concorrenza e del digitale.

Il mandato che si è appena concluso ha visto una profonda trasformazione delle regole dell’Internet, con l’entrata in vigore di nuove fondamentali norme quali il Digital Service Act, il Digital Market Act ed il Data Act, il cui effettivo impatto sull’ecosistema digitale potrà tuttavia essere verificato solo nei prossimi anni, dopo che si sarà consolidato un periodo minimo di implementazione. Ad ogni modo, già da ora si può vedere come le nuove norme abbiano riequilibrato il rapporto del mondo dell’Internet con quello delle telecomunicazioni, rendendo meno attuale il dibattito sul consueto playing level field. Continuano ad esistere importante asimmetrie normative laddove però si tratta di aree differenti e distinte, come ad esempio tra servizi cloud ed acceso alla rete. Nei pochi mercati ancora ipoteticamente sovrapponibili, in particolare la messaggistica, il discorso rimane aperto ma si tratta ormai di un tema la cui rilevanza economica è meno marcata che in passato.

La nuova Commissione, la cui policy digitale è guidata dal nuovo commissario Virkkunen, guarderà principalmente alla resilienza delle infrastrutture, nonché ai temi dell’autonomia e della sovranità digitali. Vi sarà pertanto un focus specifico sulla corretta implementazione del DMA nonché delle norme sulla cybersicurezza. Sarà inoltre prioritaria la modernizzazione del settore, con un’attenzione particolare ad intelligenza artificiale ed Eidas II.

È invece meno prevedibile quello che sará l’approccio verso il settore delle telecomunicazioni. Il commissario uscente Breton mirava  chiaramente a risolvere le istanze dei grandi operatori telco attraverso una politica di condolidamento industriale, rilassamento delle regole antitrust e, in generale, riduzione della concorrenza. Si tratta di un posizionamento che, per quanto sostenuto in qualche passaggio dei report Letta e Draghi, ha incontrato una forte avversità dei regolatori nazionali, riuniti nel Berec, ma soprattutto da parte del Consiglio, che ha riscontrato come la posizione della Commissione poco suffragata da evidenze fattuali e di mercato. In particolare, i temi prioritari delle grandi telco europee, e cioè il consolidamento ed il fair share, che hanno monopolizzato il dibattito delle telecomunicazioni europee negli ultimi 2 anni, appaiono notevolmente ridimensionati nella prospettiva del Consiglio. Che cosa farà ora il nuovo commissario Virkkunen, il cui mindset culturale è sicuramente molto distante da quello di Breton? Certamente dovrà confrontarsi con le legacy politica delle precedente Commissione, rappresentata dal White Paper ma, almeno all’inizio, si concentrerà maggiormente sui temi meno controversi, in particolare la resilienza delle reti e la semplificazione amministrativa e regolamentare, mentre per quanto riguarda i temi “caldi”, e cioè consolidamento, fair share e concorrenza, é verosimile un supplemento di riflessione,  al fine di evitare una escalation con Consiglio e Berec che sarebbe stata un salto nel vuoto per lo stesso predecessore Breton.

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